
Un memo trapelato dalla Casa Bianca e divulgato dal New York Times intende limitare la definizione di genere nel certificato di nascita ad una “condizione biologica immutabile determinata dagli organi genitali alla nascita”, non permettendone la modifica se non supportata da “prove genetiche affidabili”.
Il memo, proposto dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, negherebbe l’esistenza di individui transgender o non-binary, muovendosi in direzione opposta rispetto alla linea intrapresa dall’amministrazione Obama, che riconosceva il genere come una scelta individuale e non come il sesso assegnato alla nascita, soprattutto per quanto riguarda le modifiche al IX Titolo, la legge dei Diritti Civili Federali sulla discriminazione in base al genere in programmi di istruzione con assistenza finanziaria governativa.
Nel memo il dipartimento sostiene che tutte le agenzie governative dovrebbero utilizzare una definizione uniforme di genere determinata da “una base biologica che sia chiara, basata sulla scienza, oggettiva ed amministrabile”; quella proposta prevede solo due opzione, uomo e donna, immutabile e determinata dal sesso alla nascita. Le uniche modifiche consentite prevedrebbero test genetici.
“Sesso significa lo status di una persona come uomo o donna basato su tratti biologici identificabili dalla nascita o già in precedenza” è infatti scritto sul memo, la cui prima bozza circola già dalla primavera scorsa.
La decisione andrebbe a colpire oltre 1.4 milioni di americani che non si identificano con il loro genere alla nascita.
“La posizione presa da questo [memo] è che ciò che la comunità medica comprende dei propri pazienti – che ciò che le persone comprendono di sé stessi – è irrilevante perché il governo non è d’accordo” spiega Catherine E. Lhamon, una delle redattrici delle modifiche al IX Titolo dell’amministrazione Obama.
Roger Severino, direttore dell’ufficio per i Diritti Civili al Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, si è rifiutato di commentare il memo o rispondere alle domande della stampa a riguardo ma in passato ha più volte espresso la sua avversione verso “l’ideologia gender estremista” (secondo lui supportata dall’amministrazione Obama); ha infatti definito le modifiche al IX Titolo il “coronamento di una serie di tentativi unilaterali, e spesso fuorilegge, da parte dell’amministrazione di imporre una nuova definizione di cosa significa essere un uomo o una donna sull’intera nazione”.
Sicuramente non sarebbe la prima volta che l’amministrazione Trump si esprime contro la comunità transgender: la presidenza di Trump è cominciata proprio con il divieto per le persone trans di entrare nell’esercito (a sua detta, per motivi di spesa per le cure mediche non sostenibili da un apparato militare con un budget annuo di 609.76 miliardi di dollari nel 2017, l’anno dei tweet del presidente americano) ed è continuata con l’acceso dibattito sulla “bathroom bill”, ovvero sull’accesso delle donne trans* ai bagni delle donne e degli uomini trans* ai bagni degli uomini.