Midterms, oltre 100 persone LGBT+ elette

Tre giorni fa (6/11) negli Stati Uniti si sono tenute le elezioni di metà mandato per rinnovare il Congresso, i governatori di 36 stati, le assemblee legislative locali e per sottoporre al pubblico alcuni referendum, tra cui uno sul diritto di voto per gli ex carcerati in Florida ed uno contro la discriminazione nei confronti delle persone transgender in Massachusetts.

Queste elezioni di metà mandato sono state da molti descritte come le più importanti della storia recente e lette come un referendum sul controverso presidente Trump, nella speranza della cosiddetta “onda blu”, in pratica la ripresa del controllo del Congresso da parte del partito democratico, essendo state entrambe le camere in mano ai Repubblicani per tutto il mandato di Trump fino ad ora.
I Democratici hanno ripreso il controllo della Camera dei Rappresentanti, mentre il Senato rimane in mano ai Repubblicani, ma in generale il paese ha visto una maggior propensione verso il partito blu, con il “flip” di molti distretti a maggioranza repubblicana da decenni.
Le elezioni per molti versi sono stato un successo per la comunità LGBT+, al punto che le testate nazionali parlano di “onda arcobaleno”: sono stati eletti oltre 100 candidati LGBT+, battendo qualsiasi record precedente, anche a causa del maggior numero di candidature rispetto agli anni precedenti.
Secondo l’organizzazione GLAAD, 128 seggi sono stati vinti da persone LGBT+, di cui otto in Congresso, 86 a livello statale e 34 a livello locale.
Tra questi spiccano sicuramente: Sharice Davids in Kansas, prima nativa americana lesbica in Congresso; Angie Craig, prima lesbica in Congresso per il Minnesota e Chris Pappas, primo gay in Congresso per il New Hampshire; Jared Polis in Colorado, primo governatore apertamente gay; Ahmad Zahra, primo musulmano gay ad ottenere una carica pubblica; Malcolm Kenyatta, primo gay di colore in Congresso per la Pennsylvania; Kate Brown in Oregon, bi, è stata rieletta governatrice; Tammy Baldwin in Winsconsin, gay, è stato rieletto al Senato; David Cicilline in Rhode Island, Sean Patrick Maloney in New York, Mark Pocan in Wisconsin e Mark Tacano in California, tutti membri dell’LGBT+ e tutti rieletti.
Altre vittorie altrettanto importanti sono quelle di Deb Haaland, prima donna nativa americana ad essere eletta in Congresso, di Alexandria Ocasio-Cortez, la più giovane donna in Congresso, di Lucy McBath, attivista per i diritti degli afroamericani dalla morte del figlio per mano di un uomo bianco, di Ilhan Omar, prima somalo-americana e prima donna con l’hijab in Congresso.
Particolarmente interessante la sconfitta di Kim Davis, conosciuta per essersi rifiutata di rilasciare i certificati di matrimonio alle coppie gay quando lavorava all’ufficio del Cancelliere in Kentuky.
“Questa elezione si preannuncia essere veramente storica per i candidati LGBTQ e, collegata al cambiamento di leadership nella Camera dei Rappresentanti, mostra il rifiuto delle politiche piene d’odio dell’Amministrazione Trump che hanno crudelmente colpito le persone LGBTQ, le donne, gli immigrati, i musulmani e tutti i gruppi vulnerabili della popolazione” ha commentato Sarah Kate Ellis, presidente e CEO di GLAAD “La nuova Camera dei Rappresentanti è un organo che potrà valutare criticamente il continuo abuso di potere dell’amministrazione Trump ed un forte segnale che l’accettazione e l’inclusione sono valori americani di base. Dobbiamo continuare a coltivare l’energia e l’entusiasmo degli elettori facenti parte di minoranze in tutto il paese mentre americani LGBTQ e i nostri alleati continuano a combattere per la pari protezione per legge e accrescere il supporto per leggi esplicitamente anti-discriminatorie nella costituzione americana”.

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