Carovana Honduras-Stati Uniti, una coppia gay si sposa

Pedro ed Erick: questi i nomi della coppia che si è sposata in viaggio dall’Honduras verso gli Stati Uniti a bordo della famigerata carovana centro dei recenti attacchi di Trump.
I due uomini si sono sposati due giorni fa con gli altri compagni di viaggio e dei volontari di organizzazioni per i diritti umani come testimoni, in un matrimonio officiato da due donne.

La notizia giunge attraverso un video della giornalista freelance Sarah Kinosian, con il commento “Congratulazioni ad Erick e Pedro! La prima coppia LGBT+ di sette della carovana di migranti a sposarsi oggi”, il video mostra la coppia che si bacia dopo il matrimonio, con la bandiera arcobaleno di sfondo.
La carovana di 400 persone si trovava in Tijuana, al confine con il Messico, dopo essersi divisi dal gruppo principale (comprendente circa 5000 persone) a Città del Messico proprio a causa di discriminazione sulla base di genere ed orientamento sessuale, uno dei motivi per cui avevano lasciato i loro paesi di origine: avevano deciso di utilizzare i fondi raccolti da organizzazioni per i diritti LGBT+ per noleggiare dei bus per percorrere l’ultimo tratto di strada, per potersi rendere indipendenti, ma non dimenticati.
César Mejía, una 23enne honduregna parte della carovana, fuggita dal paese natale dopo essere stata aggredita da una gang locale perché è gay, ha fatto da portavoce delle vicende di questo gruppo, raccontandole ai giornali spagnoli:
“Lavarsi era un gran problema, anche quando ci volevamo lavare non c’era acqua. Era lo stesso per il cibo.”
Erick Doubon, uno dei novelli sposi, ha invece descritto al Washington Post la discriminazione durante il viaggio: “Non ci facevano salire sui camion, ci facevano andare sempre alla fine della fila per le docce, ci insultavano,”
Questi migranti provengono da alcuni dei paesi più omofobi del mondo e sperano, arrivando negli Stati Uniti, di poter vivere una vita migliore senza dover temere per la propria vita a causa del loro orientamento sessuale, ma il presidente americano e la sua amministrazione continuano ad usare la loro storia per destare terrore negli animi della sua base e strumentalizzarli per avvalorare le sue politiche anti-immigrazione.

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