
Il Giappone festeggia San Valentino all’insegna dell’attivismo: tredici coppie omosessuali, dai 20 ai 50 anni, hanno fatto causa al governo, a partire dalle quattro amministrazioni locali che gli hanno negato il certificato di matrimonio (Tokyo, Sapporo, Nagoya e Osaka), chiedendo un risarcimento di $9 000 per stress emotivo.
In Giappone l’omosessualità è legale, ma non ci sono leggi contro l’omofobia e il matrimonio egualitario non è riconosciuto (anche se alcune amministrazioni locali riconoscono una sorta di unione civile): ed è proprio dalla presunta incostituzionalità di ciò che parte la causa sui generis, al momento seguita da venti avvocati.
“Solo dopo aver presentato il nostro caso alla corte ho cominciato a capire quanto grande potrebbe essere ‘impatto di questa causa sulla società giapponese del futuro. È sicuramente un San Valentino memorabile” ha dichiarato una dei querelanti.
Il tutto è stato ideato e pianificato dal gruppo Marriage For All Japan.
“Il matrimonio è un diritto fondamentale nella Costituzione e ciò dovrebbe essere applicato alle coppie omosessuali” ha commentato uno degli avvocati; l’articolo 24, infatti, sostiene che la base del matrimonio sia il consenso reciproco di entrambi i sessi, “La violazione del diritto umano al matrimonio va avanti da molto tempo. È ora che i diritti delle persone LGBTI siano riconosciuti”.
Il partito liberal-democratico attualmente al potere, infatti, sta portando avanti da anni una campagna a favore della “famiglia tradizionale”, principalmente per far fronte al problema della bassa natalità, per cui il Giappone sta diventando “un paese di vecchi”: secondo uno studio del 2018, infatti, a 1.37 milioni di morti sono corrisposte solamente 921 000 nascite, il più grande scarto tra i due dati dalla nascita del paese e, per lo meno fino al 2026, in cui si prevede che si potranno vedere gli effetti degli sgravi economici alle coppie con figli, si prevede un ulteriore peggioramento dei numeri in un paese già in crisi per la mancanza di manodopera.
Così ha commentato Takako Uesugi, avvocato per la causa a Tokyo:
“Un paese che non riconosce il matrimonio egualitario come legale equivale ad un paese che considera le coppie omosessuali come un ‘unione non approvata dalla società’, noi intendiamo ristabilire la dignità delle persone che amano partner dello stesso sesso”.