
Nessun patrocinio gratuito per il Pride di Varese: la Provincia si è rifiutata di supportare l’iniziativa poiché “non corrisponde alle attuali linee programmatiche dell’Amministrazione”, a detta del presidente della Provincia Emmanuele Antonelli, di centrodestra.
“Prendiamo atto che la lotta all’omofobia, alla transfobia, alle intolleranze, al bullismo, la tutela dei diritti umani sono tutte cose che non farebbero parte delle linee programmatiche dell’amministrazione provinciale. Un triste cambio di rotta. […] A questo punto ci chiediamo: quali sarebbero le linee programmatiche della nuova amministrazione provinciale per le persone LGBTI+?” ha commentato il presidente di Arcigay Varese Giovanni Boschini “In questi giorni stiamo ricevendo altrettanti dinieghi da comuni a guida leghista o dell’area di centrodestra come ad esempio il comune di Gallarate: le politiche di inclusione per le persone a rischio di emarginazione sociale dove sono se non si riesce nemmeno a dare un patrocinio simbolico trincerandosi dietro regolamenti, programmi elettorali e linee programmatiche? Qualcuno potrebbe opinare sul fatto che è proprio il Pride, un evento sui diritti umani, ad essere divisivo, ma gli stessi amministratori non si fanno scrupoli a negare il patrocinio anche a iniziative simboliche come la giornata internazionale contro l’omofobia. È evidente che qui la questione sia un’altra”.
Il Pride di Varese è diventato, alla sua quarta edizione, uno dei Pride più importanti della regione e ogni anno attira persone anche da regioni limitrofe e dalla Svizzera, ma non è la prima volta che si scontra con l’amministrazione, avendo avuto problemi simili già nel 2016, in cui il patrocinio fu negato con voto unanime poiché si trattava, a loro detta, “di un argomento controverso, che vede un dibattito a livello nazionale, che non mette tutti d’accordo” (ma quello stesso anno la stessa amministrazione diede il patrocinio ad iniziative a favore della ‘famiglia tradizionale’ e contro ‘l’ideologia gender’).
Mentre il Parlamento Europeo dichiara la priorità della lotta per i diritti della comunità LGBT+ per i prossimi cinque anni, le amministrazioni comunali e provinciali italiane negli ultimi giorni hanno insistito su una presa di posizione contraria, tra il patrocinio a cause omofobe e pro-life ed il mancato supporto alle iniziative a favore.