Arezzo, picchiato e cacciato fuori dalla discoteca perché gay

Ennesimo caso di omofobia ad Arezzo, dove un uomo è stato violentemente trascinato fuori da un locale dalla sicurezza pur non avendo fatto nulla, per poi essere insultato ed attaccato con offese omofobe.

“La mia unica colpa è stata quella di aver attraversato una delle piste da ballo con un drink in mano. Avevamo deciso di trascorrere la serata in una discoteca insieme ad un gruppo di amici. Tutto è filato liscio fino verso l’1.40, quando insieme ad una mia amica, mentre attraversavamo una delle piste da ballo tenendo in mano un bicchiere con la consumazione, è sopraggiunto un addetto alla sicurezza che ci ha detto che non era permesso sostare in quella zona con il drink in mano. Abbiamo quindi iniziato a prendere l’uscita, ma dopo pochi passi sono stato afferrato con forza al collo da dietro le spalle e scaraventato sul pavimento. Ho cercato di liberarmi dalla presa, ma l’addetto alla sicurezza, lo stesso che mi aveva ripreso verbalmente, mi ha letteralmente trascinato a terra per tutto l’intero spazio della sala fino all’uscita della discoteca” ha dichiarato al Corriere di Arezzo la vittima, Alfredo Cardini, 35enne arentino, ma da anni residente a Viareggio.
Una volta arrivati fuori dal locale, l’addetto alla sicurezza ha cominciato ad insultarlo con una lunga serie di pesanti insulti omofobi, “vai via frocio di merda” gli avrebbe detto prima che riuscisse ad allontanarsi dalla scena, scosso e ferito, per recarsi all’ospedale Vesilia di Lido di Camaiore per verificare la gravità delle lesioni subite, scoperta dopo cinque giorni di prognosi.
A seguito dell’aggressione la vittima, armata di referto dell’ospedale,  ha sporto denuncia per lesioni personali contro l’addetto alla sicurezza, nella speranza di poter avere giustizia per una violenza gratuita come molte altre in un paese che ancora vede un preoccupante numero di aggressioni omofobe ogni giorno.

One thought on “Arezzo, picchiato e cacciato fuori dalla discoteca perché gay”

  1. beh con un ministro degli interni come Matteo Salvini che giustifica ed incita questi atti di omofobia gratuita, non c’è da stupirsi.

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