Azerbaijan, persone LGBT+ detenute illegalmente

Le forze armate dell’Azerbaijan dall’inizio del mese hanno ricominciato a detenere illegalmente membri della comunità LGBT+ locale con falsi pretesti.

La notizia è stata inizialmente rivelata da Minority Azerbaijan, un gruppo per i diritti LGBT+, che ha spiegato come la polizia locale stia attuando una vera e propria caccia alle persone transgender nel paese, principalmente attraverso i social media e le app per incontri, per poi ammanettarli e detenerli nelle celle delle centrali di polizia anche per 10-15 giorni, nonostante la legge preveda un periodo massimo di detenzione di 96 ore, essendo quindi detenute in condizioni inadeguate.
L’omosessualità nel paese è legale, ma ormai da anni le autorità attuano sporadicamente degli attacchi contro la comunità, arrestandone membri con false accuse, principalmente di vandalismo o di non obbedire agli ordini legittimi di un poliziotto addetto al mantenimento dell’ordine pubblico.
“In generale, si ritiene che i detenuti siano trattenuti amministrativamente. La legge non richiede esami medici obbligatori per chi è detenuto amministrativamente se non si tratta di un caso penale” ha spiegato Minority Azerbaijan, sottolineando come però questi esami siano stati effettuati su tutte le persone LGBT+ arrestate fino ad ora, anche contro la loro volontà “La legge […] prevede che qualsiasi esame medico su persone sieropositive non possa essere svolto attraverso pressioni fisiche, psicologiche o morali. Ma, quando una persona sieropositiva minaccia di infettare altre persone o i suoi legali non danno il permesso per l’esame, l’esame può essere imposto da una corte e svolto così come previsto dalla legge. In nessuno di questi casi è stata interpellata una corte, per cui gli esami svolti sono illegali” – ha spiegato Minority Azerbaijan.
Le persone più colpite da questo ennesimo tentativo delle autorità di silenziare una comunità LGBT+ sempre più vocale nel paese più omofobico d’Europa sono le persone transgender, soprattutto quelle persone che si sono viste costrette a darsi alla prostituzione per poter vivere in un paese in cui le opportunità lavorative per le persone trans sono quasi inesistenti, che sono state adescate attraverso i canali utilizzati per il lavoro, per poi vedersi mettere le manette appena arrivate nell’hotel in cui era stato deciso il punto d’incontro.
Non è la prima volta che le autorità azerbaigiane tentano di sopprimere la comunità LGBT+ abusando del loro potere, un caso simile era stato denunciato nel settembre del 2017 quando dei testimoni oculari hanno raccontato di come alcune persone LGBT+ fossero state detenute, picchiate, abusate verbalmente e fisicamente, fino all’elettrocuzione.
Per quanto l’omosessualità sia legale nel paese, mancano leggi contro la discriminazione, non vi è nessuna forma di unione civile o matrimonio tra persone dello stesso sesso né la possibilità di essere riconosciuti come genitori, oltre alla completa mancanza di diritti per la comunità transgender.

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