Recensioni2.H: Tutto su mia madre

Tutto su mia madre

locandinaPellicola del 1999 diretta da Pedro Almodóvar, (regista che abbiamo già incontrato con La Mala Educación). Girato in appena un mese e mezzo il film è stato presentato al 52° Festival di Cannes dove ha vinto il premio per la miglior regia, l’anno successivo ha vinto l’Oscar, un Golden Globe e un David di Donatello come Miglior film straniero.
A vent’anni dall’uscita del film, Tutto su mia madre, è considerato il miglior prodotto di Almodovar, non solo per i tratti autobiografici e la serie di premi che ha vinto, ma anche per il grande cast di donne che vorticano attorno ad una serie di eventi collegati in un modo o nell’altro tra di loro: da una giovane Penelope Cruz alla magnifica Marisa Paredes volto costante nei film di Almodovar.

La Storia

Madrid. Manuela è una giovane madre single che vive con suo figlio Esteban, diciassettenne con la passione della scrittura. La sera del compleanno di Esteban i due vanno a teatro per assistere alla rappresentazione di Un tram chiamato desiderio, alla fine dello spettacolo il ragazzo cerca di recuperare l’autografo di Huma, attrice principale, finendo malauguratamente coinvolto in un incidente fatale.
Manuela rimasta sola nel lutto parte alla volta di Barcellona alla ricerca di Esteban, ignaro padre del ragazzo, ma ora Lola, transessuale sieropositivo impossibile da trovare.
A Barcellona Manuela ritrova Agrado, una vecchia amica transessuale bisex e conosce l’attrice lesbica Huma con la quale instaura un profondo rapporto di amicizia.


02098003Non è difficile capire perché Tutto su mia madre sia considerato un gioiello cinematografico; oltre alle delicatissime tematiche riportate, tra cui madri single, travestitismo, transessualità e omosessualità, che ora ci sembrano cose così normali, ma parliamo comunque del 1999, il film riporta una delicatezza drammatica nei colori e nella fotografia, la bravura delle attrici coinvolte ha poi elevato il prodotto rendendo il dramma coinvolgete e sentito.

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