Brunei, no pena di morte per l'omosessualità a seguito dell'opposizione a livello internazionale

In una rara dichiarazione in inglese, il sultano del Brunei ha annunciato che nel paese, pur rimanendo illegale l’omosessualità, non sarà applicata la pena di morte a seguito di una fortissima campagna di protesta e boicottaggio degli hotel di proprietà della famiglia reale e del petrolio prodotto nel paese.

“So che ci sono molte domande e fraintendimenti per quanto riguarda l’implemento della nuova legge, tuttavia crediamo che una volta dissipati i dubbi i meriti della legge saranno evidenti. Come evidente da più di due decadi, abbiamo de facto imposto una moratoria sull’esecuzione della pena di morte per i casi ai sensi della legge comune. Ciò sarà applicato anche alla nuova legge, che prevede maggiori possibilità di perdono. […] Sia la legge comune che la Syariah puntano ad assicurare pace ed armonia del paese, sono anche cruciali nel proteggere la moralità e la decenza del paese, come anche la vita privata degli individui”.

L’annuncio, sui generis sia perché prevede un’audience internazionale, sia per la traduzione in inglese fornita dall’ufficio del sultano stessa, sia per i contenuti, sarebbe stato dato in vista del sacro mese del Ramadan.

Il cambio di rotta del sultano è dovuto ad un boicottaggio internazionale, portato avanti tanto da personalità internazionali quanto da compagnie locali e multinazionali, e si è concentrata principalmente sugli hotel di proprietà del Sultano, quali il Dorchester a Londra e il Beverly Hills Hotel a Los Angeles, e sulla campagna pubblicitaria per il turismo del paese, rimossa da numerose compagnie di viaggi.

Il Brunei ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sulla tortura e altri trattamenti o castighi crudeli, disumani e degradanti ma non la ha ancora ratificata, nonostante le pressioni ricevute.

La moratoria sulle leggi che puniscono lo stupro, l’adulterio e la sodomia con la morte varrà per cinque anni ed il paese manterrà comunque la pena di morte per altri crimini, quali l’omicidio premeditato e lo spaccio, per quanto non ci siano state esecuzioni dal 1990.

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