
Mounir Baatour, 48 anni, avvocato e presidente dell’associazione Shams, che lotta per i diritti della comunità LGBT+, apertamente gay si é candidato con il piccolo Partito Liberale alle prossime elezioni presidenziali della Tunisia, paese nordafricano in cui l’omosessualità è ancora illegale.
Pur sapendo quanto sarà difficile convincere un elettorato cresciuto con gli stessi pregiudizi che ancora fermano la comunità dal poter godere dei propri diritti, sia per il suo programma, fortemente democratico e anticorruzione, che soprattutto per il suo orientamento, ha deciso di candidarsi per tentare di cambiare le cose:
“Dopo molti anni nella lotta per i diritti delle minoranze, ho capito che nessuno può fare questo lavoro meglio di me. La Tunisia ha bisogno di un programma democratico che includa le differenti identità, culture, fedi e lingue di questo Paese. Il nostro programma ha l’obbiettivo di democratizzare il potere, rafforzare il Parlamento e dare più peso alle istituzioni locali”.
Baatour è già conosciuto nel Paese per il lavoro fatto con l’associazione Shams, che da anni fa pressioni per il riconoscimento dei diritti civili a livello istituzionale e sociale, al punto da essere antagonizzata, tra i molti altri, dall’attuale primo ministro Youssef al-Shahed, che aveva persino minacciato di farla chiudere, senza però riuscirci quando la corte d’appello si è schierata a favore dell’attivista.
In passato è stato persino arrestato a causa del suo attivismo, ed è anche per questo il suo programma politico sarà fortemente incentrato sulla lotta ai diritti della comunità LGBT+:
“C’è bisogno di volontà politica per ridurre l’omofobia nella società. Quando nel 1956 il presidente Bourguiba ha proibito la poligamia, ha permesso l’aborto e l’adozione ed ha vietato la lapidazione delle donne, a quei tempi i Tunisini erano molto conservatori ma c’era abbastanza volontà politica per imporre quelle riforme. Anche oggi è necessario che ci sia la volontà politica di decriminalizzare l’omosessualità e lottare contro l’omofobia. Anche se le persone sono conservatrici, si adatteranno alle riforme”.
Tra le altre minoranze per cui ha intenzione di lottare ci sono anche i non-musulmani, ad esempio eliminando la legge che proibisce loro di correre per alte cariche, in quanto “l’identità tunisina è plurale e tutte le culture e i credo che ne fanno parte devono essere rispettati”.
Le elezioni, le terze da quando nel Paese è stato stabilito un sistema democratico a seguito delle primavere arabe, nel 2011, si terranno il 17 novembre, ma tutti i candidati sono già nel pieno della campagna elettorale; se riuscisse a vincere Mounir Baatour diventerebbe il primo leader apertamente gay nel mondo arabo, ma se non ci riuscisse avrebbe comunque stabilito un importante precedente nel Paese fortemente conservatore.