
Succede quattro giorni fa a Bologna: una donna transgender di origine latinoamericana, residente in Italia con permesso regolare, che lavora come sex worker è stata violentemente attaccata da un gruppo di quattro persone.
La donna è stata abbordata da una coppia etero con la scusa di un rapporto a tre, ma quando sono arrivati in un parco isolato, spesso frequentato da chi cerca rapporti occasionali, sono usciti dall’auto e lei è stata colpita alle spalle con una spranga di ferro da un uomo, per poi essere violentemente picchiata dai tre e un quarto uomo sopraggiunto sulla scena per non si sa quanto ed essere abbandonata sul pavimento con gambe e braccia fratturate.
Nonostante la drammaticità dell’attacco, dopo il quale non riesce nemmeno a camminare, la vittima ha deciso di non sporgere denuncia e ha paura di andare al pronto soccorso a causa della sua identità, al punto che non vuole neanche che si sappia il suo vero nome perché teme ritorsioni da parte dei suoi aggressori. Si è rivolta unicamente al MIT (Movimento Identità Trans), che le ha offerto supporto ed ha denunciato l’accaduto su Facebook dandole un nome di fantasia e precisando che si tratta senza dubbio di un’aggressione di stampo fascista:
“Ci è stato chiesto di rimanere in anonimo perché Desy ha paura di rivolgersi al pronto soccorso e di denunciare l’aggressione alle autorità competenti. Come Movimento Identità Trans non possiamo non classificare questo episodio se non di chiara matrice fascista, organizzato per colpire quella determinata categoria. Come da loro abitudine, i fascisti, da codardi quali sono, escono di notte dalle fogne per poter agire indisturbati e attaccare le persone che in quel momento non possono difendersi. Se di emergenza sicurezza vogliamo parlare in questo paese, allora non dobbiamo pensare che il pericolo arrivi dalle coste libiche ma viene direttamente dalle nostre città”.
La vittima ha espresso al movimento la sua completa mancanza di fiducia nel sistema, che ha mancato di tutelarla sia come donna trans che come sex worker; il MIT ha infatti ricordato “che in Italia l’esercizio della prostituzione dopo la cosiddetta legge Merlin non è più regolamentata ma è in un limbo giuridico. Sono perseguibili dalla legge il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, invece l’esercizio di quest’ultima tra persone adulte è dichiarata lecita dalla sentenza della Corte di Cassazione 1 ottobre 2010 nr. 20528. Le attuali norme non garantiscono la sicurezza per le persone che praticano il sex work. Per questo auspichiamo un dibattito pubblico sul tema meno ipocrita e davvero attento ai bisogni di chi esercita il lavoro della prostituzione”.
L’aggressione è la seconda aggressione transfobica in due giorni nella città, in cui lunedì scorso un ragazzo è stato picchiato selvaggiamente da un gruppo di uomini perché indossava un paio di shorts e scarpe con i tacchi.