
Lunedì 22 luglio il Giappone ha eletto il suo primo parlamentare dichiaratamente gay: è Taiga Ishikawa, attivista LGBT+ 45enne entrato in politica nel partito di opposizione CDPJ (Partito costituzionale democratico del Giappone) nella camera alta del Parlamento.
Il neoparlamentare è in politica già da 20 anni, sempre nel campo dell’attivismo, ma è finito sotto i riflettori nazionali solo nel 2011 quando è diventato uno dei primi politici giapponesi a fare coming out, e nuovamente nel 2013 quando è diventato il primo candidato dichiaratamente gay per la leadership di un partito parlamentare. Quando gli è stato chiesto, però, ha detto che il suo più grande successo nella vita è stata la fondazione di Peer Friends, un’organizzazione per connettere persone LGBT+ nel Paese “affinché non si sentano sole”, nel 2004.
Durante la campagna elettorale Ishikawa ha promesso di battersi per il matrimonio egualitario, per i bagni e gli spogliatoi gender neutral, per maggiori protezioni contro la discriminazione delle persone LGBT+ e, in generale, per tutte le persone più vulnerabili nella società: infatti è stata proprio la sua battaglia per il matrimonio egualitario che lo ha portato a candidarsi, in quanto “se c’è qualcosa di cui ho bisogno, proverò di tutto” e così, quando il suo lavoro come attivista non è risultato essere abbastanza per convincere i politici ha deciso di prendere in mano la situazione e diventare uno di quei politici da cui dipende la decisione.
“Mi sto battendo per il riconoscimento delle persone LGBT nelle elezioni. Un sacco di persone in tutto il Giappone hanno raccolto tutto il loro coraggio per votarmi. Questo dimostra che noi ci siamo” ha commentato così la sua vittoria. Ha sottolineato anche l’importanza di controllare l’operato dell’amministrazione “attraverso occhi LGBT” e di presentare la lotta per i diritti LGBT+ come una lotta per i diritti umani.
In queste stesse elezioni sono stati eletti anche altri otto rappresentanti apertamente LGBT+ a livello regionale; il partito attualmente al potere, però, è apertamente anti-LGBT+ e si sta opponendo non soltanto al matrimonio egualitario ma anche, e soprattutto, alle leggi antidiscriminazione proposte dal partito di opposizione.