
La piattaforma britannica di notizie sulla comunità LGBT+ Gay Star News, una delle più importanti e seguite a livello internazionale, due giorni fa, il 30 luglio 2019, ha annunciato improvvisamente che avrebbe chiuso i battenti.
La notizia è stata rilasciata da Ben Hunte, corrispondente della BBC, su Twitter, ed è stata seguita il giorno dopo da una lettera aperta dei cofondatori della pagina, Tris Reid-Smith e Scott Nunn, i quali hanno spiegato che la decisione è dovuta ad una mancanza di fondi e di sponsor disposti a supportare un business britannico di nicchia, data l’insicurezza creata dalla Brexit e dal nuovo primo ministro Johnson, oltre che dalle difficoltà incontrate negli anni nel trovare aziende e attività disposte a supportare la comunità LGBT+ non soltanto con azioni di facciata a giugno, ma con un impegno serio e costante per tutto l’anno:
“Abbiamo cominciato il 2019 con tutte le ragioni di credere che avremmo avuto un buon anno. Ma con il progredire dell’anno, abbiamo dovuto posticipare delle decisioni ed abbandonare progetti a cui molte persone stavano già lavorando. Ci sono molte ragioni, ovviamente. Ma il cambiamento principale è stato il calo di sicurezza dei brand e delle imprese nel Regno Unito, a causa dell’insicurezza sulla Brexit. […] C’è stato un altro trend che si è palesato maggiormente quest’anno. I brand che vogliono mostrare supporto per la comunità LGBT+ lo fanno in modo sempre più ‘di facciata’. Piuttosto che collaborare con noi per coinvolgere e servire le persone LGBTI tutto l’anno, molti hanno deciso di ‘rainbow wash’. Hanno colorato il loro logo di arcobaleno per la settimana o il mese del Pride e – al massimo – hanno fatto una piccola donazione per una causa LGBTI. Ancora peggio, abbiamo scoperto che alcuni di questi brand al contempo finanziavano politici omofobi per un ammontare di milioni di dollari”.
La chiusura è stata tempestiva ed è stata annunciata ai dipendenti a 48 ore dal giorno di paga, lasciandoli non soltanto senza lavoro ma anche senza retribuzione per il mese appena concluso; per questo è stata aperta una campagna su GoFundMe per aiutare i numerosi giornalisti LGBT+ rimasti senza lavoro e senza stipendio (accessibile qui).