
Andrew Gilligan è il nuovo consigliere ai trasporti del Regno Unito: ex collega ed amico del neo primo ministro Boris Johnson, con cui aveva già lavorato nell’amministrazione comunale di Londra, è conosciuto dal pubblico, oltre che per il suo lavoro come giornalista per The Times and The Sunday Times, per una serie di affermazioni di natura transfobica che ha collezionato negli anni, assieme alle polemiche che hanno seguito ognuna di esse.
Una delle affermazioni che ha fatto maggiormente scalpore risale ad un articolo scritto per The Sunday Times nel 2018, nel quale, parlando della questione dell’uso dei bagni pubblici da parte di persone trans, ha sostenuto che permettere che tutti usino il bagno del proprio genere sarebbe pericoloso e sbagliato e che la città di Londra non dovrebbe permetterlo, salvo che la città lo permettesse già dal 2010, a seguito dell’Equality Act, senza nessun problema.
“Penso che alcuni attivisti trans siano segretamente agenti doppiogiochisti, messi lì per far danno alla propria causa ed alienare quante più persone possibile” ha invece twittato a febbraio scorso, in risposta ad un’attivista che sosteneva che le donne trans non dovrebbero essere escluse dalle categorie femminili nelle gare professionali, Olimpiadi comprese.
Alcuni dei suoi articoli, inoltre, hanno dovuto essere rimossi per la mole di dati falsi al proprio interno, ed il giornale si è visto costretto a dover pubblicare una rettifica e delle scuse pubbliche, come ad esempio quello di luglio 2018, nel quale, secondo l’IPSO (Independent Press Standards Organization), “non vi era stata alcuna cura nell’accuratezza di tali informazioni, in violazione del codice IPSO”. È stato rimosso anche un suo articolo del 2017 in cui sosteneva, riguardo la questione dell’accesso delle persone trans a prigioni del proprio genere piuttosto che del genere sui documenti ufficiali, che oltre metà delle persone trans detenute avrebbero commesso reati sessuali (dato inizialmente pubblicato dal gruppo transfobico Fair Play for Women ed immediatamente smentito).
Si è anche fortemente opposto alla riforma del Gender Recognition Act, che permetterebbe l’auto-identificazione del genere sui documenti ufficiali:
“Se la proposta del governo di permettere l’auto-identificazione del genere è approvata… il numero di uomini biologici nelle prigioni femminili aumenterà nettamente. […] I detenuti transgender giudicati a rischio troppo alto avranno la possibilità di mescolarsi con le detenute, nonostante la promessa che sarebbero stati tenuti separati”.
Nonostante la scarsa apertura del cabinet di Theresa May alla concessione dei diritti alla comunità LGBT+, con il passaggio di testimone a Johnson molti attivisti a livello nazionale ed internazionale prevedono un peggioramento della situazione, e la nomina di Gilligan non sembra suggerire altrimenti.