
In un clima sempre più duro e nemico della popolazione LGBTQI In Uganda, lunedì pomeriggio la polizia ha fatto irruzione nella sede di un ente benefico che si occupa della salute sessuale delle persone rainbow in Uganda arrestando 16 attivisti con l’accusa di aver praticato del sesso gay.
I 16 uomini, che lavoravano tutti per l’associazione LGBTQI Let’s Walk Together, sono stati arrestati lunedì e si ritiene che abbiano un’età compresa tra i 22 e i 35 anni, e se condannati potrebbero passare molti anni in prigione.

La polizia ugandese ha anche confermato che gli uomini sono stati sottoposti a “esami medici” a seguito del loro arresto – ovvero esami anali forzati.
Il portavoce della polizia, Patrick Onyango ha detto ai giornali:
“Sulla base del rapporto dell’esame medico, è stato stabilito che i sospetti erano coinvolti in atti sessuali punibili con il codice penale.”
La notizia è arrivata in ritardo a causa dell’oscuramentismo che l’Uganda fa nei confronti di tutto ciò che ruota intorno al mondo LGBTQI e i fatti succedono in un clima davvero acceso dopo che è stato propsto un disegno di legge – il “Kill the Gays” bill di cui ve ne abbiamo palato qui – che rende punibili, anche con la morte, le persone sospettate di relazioni sessuali gay.
Frank Mugisha, direttore esecutivo dell’associazione che si occupa delle minoranze sessuali in Uganda, ha detto al Guardian:
“Normalmente sentiremmo parlare forse di un arresto di qualcuno della comunità LGBTQI ai sensi di queste leggi anti-gay in un mese, ma è davvero insolito vedere 16 persone accusate in questo modo e tutte contemporaneamente. I 16 attivisti sono stati trattenuti dalla polizia per oltre 48 ore, costretti a sottoporsi a esami anali. Oggi ci aspettiamo che vengano portati davanti al tribunale”.