
James Bushe – a cui è stato diagnosticato l’HIV cinque anni fa – e che in precedenza era rimasto anonimo e aveva usato uno pseudonimo su Twitter per scrivere delle sue lotte per diventare un pilota visto che le regole glielo impedivano – potrebbe aver una pagina di storia dell’aviazione civile.
Visto però che nonostante i suoi training positivi con capitani esperti della compagnia Loganair, non erano stati considerati validi dall’Autorità per l’Aviazione (CAA) in UK, ha deciso di metterci la faccia e lottare ancora di più, il che lo porterebbe ad essere il primo pilota di voli civili con HIV.
In precedenza, i regolamenti della CAA affermavano che i piloti già qualificati potevano continuare a volare se avessero contratto l’HIV, tuttavia, secondo il comma 22 una persona sieropositiva non poteva ottenere l’accreditamento necessario per iniziare l’addestramento e diventare un pilota.
James ha spiegato:
“La ragione è che il CAA riteneva che ci fosse il rischio che quella persona sieropositiva fosse potenzialmente incapacitata dalla malattia durante il volo. Quella regola avrebbe coperto anche altre condizioni fisiche come il diabete. Ma il tutto si basava su studi fatti a inizio anni ’90. Ora è invece tutto molto diverso: chi è in trattamento (con buoni risultati) e convive con l’HIV, e quindi non è rilevabile, non può trasmettere quel virus ad altri e non rappresenta alcun rischio per se stesso o per chiunque li circonda. Quella regola della CAA non aveva alcun senso e perché ho deciso di sfidarla”.
James Bushe, è riuscito così a fare annullare quella sentenza che gli impediva di volare e così anche le persone sieropositive da oggi avranno diritto a ricevere un certificato che consente loro di volare ma le limita alle operazioni di co-pilota.
Bushe ha detto che la decisione di rivelare il suo stato da HIV è stata dura, ma che lo ha fatto per rimuovere lo stigma che circonda il virus.
“Lo sto facendo perché voglio sfidare questo stigma. Non riguarda solo me, riguarda chiunque viva con l’HIV e vuole diventare un pilota. Voglio far arrivare il messaggio che possiamo farlo. Il mio messaggio a tutti coloro che vivono con l’HIV e che stanno affrontando una qualsiasi discriminazione è quello di sfidarle perché si può vincerle. L’HIV non dovrebbe essere una barriera per chiunque persegua il proprio sogno per diventare ciò che vuole nella vita “.