Continua il nostro viaggio nel mondo della PrEP con l’aiuto di Pietro, esperto dello sportello PrEP della Milano Checkpoint. Ci eravamo lasciati nella Pt.1 con tante domande e risposte e ora continuiamo da qui.
Qual è il suo corretto utilizzo per una profilassi che funziona?
Perché la PrEP funzioni è necessaria una corretta aderenza, ovvero l’assunzione del farmaco secondo lo schema prestabilito. Altrimenti la concentrazione del farmaco nelle mucose non è sufficiente a dare una protezione efficace dall’HIV. A seconda delle necessità e degli stili di vita, è possibile assumere il farmaco tutti i giorni, oppure solo in vista dei rapporti sessuali, con dosaggi diversi. È possibile nel tempo cambiare modalità, o anche smettere di assumere il farmaco per un periodo, se non c’è la necessità, e tornare a riassumerlo quando lo stile di vita lo richieda di nuovo.
Viene passata dal servizio sanitario nazionale? Se sì, in quali casi?
La PrEP al momento non è passata dal servizio sanitario nazionale in nessun caso. É comunque possibile acquistarla in farmacia con la prescrizione di un medico infettivologo, al costo di 60€ per confezione da 30 compresse. Al momento però quelli che si stanno muovendo per la gratuità della PrEP in Italia sono principalmente attivisti e associazioni di persone che vivono con HIV, mentre invece non c’è un movimento analogo tra le persone che usano la PrEP o vorrebbero usarla.
Facciamo un esempio pratico: se una persona che prende la PrEP decide di avere rapporti sessuali con partner occasionali, tra i quali partner HIV-positivi (con o senza viremia rilevabile), posso stare tranquillo che il virus dell’HIV non lo prendo?

I due casi sono molto diversi. Innanzitutto, è molto importante ricordare che una persona con HIV che è in terapia, e assume correttamente il farmaco e quindi ha una quantità di virus non rilevabile nel sangue, non può trasmettere l’infezione. Quindi, in questo caso, i rapporti non protetti non sono a rischio e la PrEP non è di alcuna utilità.
In caso invece di partner HIV-positivo con viremia rilevabile, quindi con una quantità di virus in circolo nell’organismo sufficiente a trasmettere l’HIV all’altro partner – il caso tipico è quello di una persona che è HIV-positiva senza saperlo – la PrEP offre una protezione efficace.
E le altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST) vengono tenute a bada dalla PrEP?
Nessun’altra IST può essere prevenuta dalla PrEP, per questo è consigliabile essere seguiti e fare regolarmente i test per le IST, idealmente ogni tre mesi. Così facendo, le infezioni eventualmente trovate possono essere trattate in modo tempestivo. Le persone in PrEP – seguite da medici – fanno questi test molto più spesso di prima, le infezioni vengono trattate tempestivamente e c’è una maggiore facilità di avvertire i propri partner. Questo, potenzialmente porta ad una diminuzione della circolazione di queste infezioni all’interno di una comunità specifica.
Fare la PrEP e venire regolarmente seguiti vuol dire prendersi cura anche di infezioni potenzialmente molto pericolose: le epatiti e il papilloma virus (HPV).

Per le epatiti A e B, ad esempio, esiste un vaccino, mentre per l’epatite C no, ma sono disponibili terapie che eliminano completamente l’infezione, e anche in questo caso è importante cominciarle il prima possibile.
Per l’HPV il vaccino è da poco disponibile gratuitamente anche per i maschi. Questa importante vaccinazione è poco diffusa perché di HPV ad un pubblico maschile si parla ancora poco. La diffusione di questa infezione è invece molto alta, in quanto è indipendente dall’uso del preservativo. Questa infezione può portare ad anomalie a livello cellulare, che a lungo termine possono condurre al cancro, quindi è molto importante fare regolarmente degli screening specifici.
Quali sono i suoi reali effetti indesiderati?
Nel lungo termine, ma parliamo di assunzione giornaliera per almeno una decina d’anni, in una bassa percentuale di casi il farmaco può avere una moderata tossicità per reni e ossa, in genere in persone che avevano già problemi in questi ambiti. In ogni caso tali effetti sono del tutto reversibili una volta che si smette di prendere il farmaco. Essere seguiti da un medico mentre si fa la PrEP è utile anche per questo, per controllare regolarmente l’emergere di eventuali tossicità.
Gli effetti indesiderati più comuni invece sono lievi disturbi a livello gastro-intestinale nei primi giorni di assunzione della PrEP. Delle persone che seguiamo solo il 30-40% ha riportato disturbi di questo tipo.
Quanto tempo massimo può trascorrere una persona che prende la PrEP prima di dover fare una pausa dall’assunzione?
Come già detto il farmaco che si usa per la PrEP è un farmaco che viene usato da molti anni come parte della terapia giornaliera per l’HIV e in generale è un farmaco molto ben tollerato. Per questo i protocolli per la PrEP attualmente non prevedono interruzioni programmate, ma è comunque una possibilità che si può valutare insieme ad un medico esperto.
Grazie Pietro, speriamo che questa piccola guida possa essere utile a molti e a provare a debellare l’HIV.
ancora grazie!
🙂