Pussy Riots: bloccate le riprese del loro nuovo video dalla polizia russa per “Propaganda Gay”.

Pussy Riots Bloccate le riprese del loro ultimo video

Il gruppo russo punk rock di protesta femminista tava registrando un video per il loro nuovo singolo “RAGE” quando la polizia russa ha fatto incursione e bloccato le riprese del video accusando tutti i partecipanti di “Propaganda gay” e “estremismo”

Il gruppo Pussy Riots- che ha sede a Mosca – è da sempre schiettamente oppositore del presidente Vladimir Putin e delle sue politiche – che hanno poi introdotto la legge di propaganda anti-gay nel 2013.

Così, il 9 Febbraio 2020 durante le riprese del loro nuovo video, la polizia russa ha fatto irruzione nel locale in cui si stavano effettuando le riprese di “RAGE” e ha accusato tutti i partecipanti di “propaganda gay”.

Il video – girato solo in parte – mostra circa 150 attivisti gay e queer che ballano sul brano “БЕСИТ / RAGE”, una canzone “dedicata a un dolore che noi femministe e le persone diverse sentiamo dentro: quello di essere nemici dello stato”.

Un portavoce ha detto a Dazed: 

“Avevamo un contratto con la location e avevamo già pagato tutto. Ma questo non ha fermato la polizia che voleva solo impedire le riprese del video. La polizia politica russa ha comandato allo studio dove stavamo girando, Lenfilm, di tagliare l’elettricità in tutto l’edificio. Quando abbiamo noleggiato un generatore elettrico, la polizia che ha circondato l’edificio non ci ha permesso di portarlo dentro – per essere sicuri che non potevamo filmare. Successivamente siamo stati espulsi dall’edificio – senza spiegazioni legali. Abbiamo perso $ 15k per la produzione di video”.

Il gruppo ha pubblicato un frammento del video su Twitter in cui è possibile vedere il raid della polizia e ha scritto: “Oggi, 9 febbraio 2020, San Pietroburgo, la polizia russa ha fatto irruzione nel luogo in cui le Pussy Riot stavano  girando un video per il prossimo singolo” БЕСИТ / RAGE “.


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