
“Non voglio casini, fuori o chiamo i carabinieri”
Questa sarebbe stata la frase usata dalla proprietaria di un bar di Marano Vicentino per cacciare fuori, e in malo modo, la coppia di fidanzate che con dei loro amici stava consumando un aperitivo nel locale.
La vicenda, che ha altissimi toni di omotransfobia, ha visto le due ragazze recarsi in questo bar con un’amica ed un amico per prendere un drink insieme e chiacchierare, purtroppo, nello stesso locale vi era un gruppo di avventori che aveva già alzato troppo il gomito, quindi ogni freno inibitorio o di buon senso era stato perso.
Il gruppo ha iniziato così a schernire pesantemente le due ragazze con offese omotransfobiche senza che le due reagissero ai loro insulti: “lesbiche di m***a” e altre parole del genere hanno fatto da sottofondo alla chiacchierata che le due stavano avendo con i propri amici.
Visti i toni che continuavano a salire e i clienti che continuavano ad accanirsi contro le due malcapitate, la titolare del bar ha ben pensato di risolvere il problema a modo suo: si è recata dalle ragazze e prendendole per un braccio le ha messe alla porta dicendo: “”sono
stufa di voi, mi create solo problemi. Non voglio casini, fuori o chiamo i carabinieri”.
E quando una delle due vittime ha chiesto perché li avrebbe dovuti chiamare, la titolare non ha risposto.
Thomas Tedesco, presidente di Arcigay Vicenza, vuole andare in fono a questa situazione e aiutare le due ragazze che nel frattempo hanno deciso di sporgere denuncia nei confronti della titolare del bar.
Ha aggiunto Thomas Tedesco: “Stanno pensando di denunciare questa barista per aggressione. […] Vogliamo esprimere tutta la nostra vicinanza alle due ragazze per condannare e denunciare questo fatto che non è solo causa di sgomento, paura e stress, ma profondamente avvilente e nocivo alla dignità personale. Ci chiediamo, soprattutto, perché ancora non esista una legge che tuteli la comunità”
Ecco, appunto: a quando una seria legge contro l’Omotransfobia?
Nel frattempo il percorso del DDL contro l’Omotransfobia continua con troppi punti interrogativi. Per un approfondimento vi invito a leggere l’articolo che ho scritto per Gaypress.