Sessuofobia? Paola Saulino l’ha messa in isolamento già anni fa! Come Madonna.

Paola Saulino

È giovane, bella e da buona partenopea è passionale, schietta e diretta. Ha attuato una vera propria rivoluzione sessuale e chissà che grazie a lei non si riesca a debellare il virus della sessuofobia.

Vi ricordate quando Madonna — la regina della lotta alla sessuofobia — promise agli elettori americani che, se avessero votato Hillary Clinton alle elezioni del 2016 contro Donald Trump, li avrebbe ringraziati tutti con un lavoretto di bocca?
Sappiamo com’è andata a finire, ma non ci riguardava direttamente. Qui da noi, invece, una donna giovane, bella e senza peli sulla lingua (e forse neanche altrove) ha avuto un destino diverso.
Per chi non la conoscesse, si chiama Paola Saulino, è di Napoli e a luglio compirà 31 anni. È una figa spaziale con una spiccata intelligenza e voglia di cambiare le cose. Il sesso libero, ludico e senza troppe pippe mentali e culturali, sembra essere la sua ragione di vita.
Lo fece capire bene già nel 2016, quando Matteo Renzi lanciò il referendum costituzionale. La bella guagliona promise pompini per tutti in caso di vittoria del NO. Con oltre il 60 per cento delle preferenze, il NO vinse e Paola non si tirò indietro.
Lanciò il Pompa Tour con l’obiettivo di arrivare a donare un milione di servigi orali per ringraziare altrettanti italiani. Tuttavia, a causa di un incidente — il cane di un amico le diede un morso in faccia durante una festa di Halloween — dovette interrompere la tournée per via degli interventi chirurgici cui si sottopose.
Adesso però, in queste settimane di quarantena, è finita sugli smartphone di mezza Italia (e non solo) grazie all’inarrestabile condivisione — da parte di giovani e meno giovani, uomini e donne, etero e non — di alcuni suoi brevi video che la ritraggono in veste di guru del sesso. Paola ha sempre voluto attuare una rivoluzione sessuale e, oggi più che mai, gode dell’aiuto dei social come strumento potentissimo per diffondere le sue “posizioni”.
Nelle sue dirette online (una più esilarante ma al contempo istruttiva dell’altra), tra i vari argomenti che tocca con mano (ma anche con altro), spiega come praticare sesso anale, confessa di aver voglia di… “felicità” (guarda il video), e offre suggerimenti su come fare sesso pur mantenendo la distanza di sicurezza attualmente imposta (a pecora, la sua posizione preferita come lei stessa più volte puntualizza).


 
 
Al di là di ogni apparenza, osservando Paola con occhio più analitico, quello che emerge è la sua seria intenzione di sconfiggere ignoranza e discriminazione, quindi di educare al piacere del sesso, ai suoi aspetti più giocosi e a quelli più consapevoli.
Vi siete mai chiesti perché un uomo che fa tanto sesso è socialmente accettato mentre una donna no? Perché il primo viene quasi preso come esempio da seguire mentre la seconda viene presa come una di serie B? Che poi è quello che accade anche tra quei gay convinti che, se sei attivo, sei meno frocio di una passiva (con la a, dispregiativa). Ecco, Paola non ci sta ed è disposta letteralmente a tutto pur di cambiare le regole del gioco più bello del mondo. Non è forse questo l’insegnamento numero uno della signora Ciccone?
Per quanto lunga possa ancora essere la pandemia attualmente in corso, è pressoché certo che riusciremo a debellare prima il Covid-19 e tanti altri virus a venire che non la plurisecolare sessuofobia imperante. Ma Paola non ha alcuna fretta né ha intenzione di gettare la spugna, anzi.
La sua è una battaglia concreta anche contro fenomeni come lo slutshaming. Seguita da tanti giovani e giovanissimi — il suo account Instagram conta oltre un milione di follower — è molto probabile che Paola arrivi dove famiglia, scuola e Stato sono quasi completamente assenti. 
I suoi modi irriverenti, i toni sarcastici, gli sketch divertenti con tanto di rap accattivante e provocatorio creano un mix comunicativo perfetto. E arriva a tutti, o quasi. Questa sorta di educazione sessuale 2.0 offre un contributo prezioso soprattutto alla lotta contro l’ipocrisia e il pregiudizio che accompagnano il sesso.
Questo la rende simile a chi tra noi persone Lgbt+ attivamente si batte contro omotransfobia e sessuofobia (ora è chiaro perché al Pride ci va anche gente mezza nuda coperta di borchie e lustrini?). Pertanto, non posso che esprimerle la mia gratitudine e concludere con un sincero “Paola Saulino, una di noi!
Alessandro Cozzolino, life coach

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