
È stata una decisione difficile ma dovuta.
Durante questa pandemia causata dal virus Covid-19, purtroppo la California ha riportato 23.338 casi confermati di coronavirus e 758 morti finora, e martedì il governatore californiano Gavin Newsom ha detto che fino al momento in cui non sarà pronto un vaccino e sarà somministrato alla popolazione, nessun assembramento con oltre 100 persone sarà consentito.
Come abbiamo riportato qui, sfortunatamente più di 100 eventi Pride in tutto il mondo sono stati posticipati o cancellati e gli organizzatori del San Francisco Pride hanno dichiarato che si uniranno a una costellazione di Pride in tutto il mondo in un “Virtual Global Pride” il 27 giugno.
Carolyn Wysinger, presidente del Pride Board of Directors, ha affermato che gli organizzatori hanno dovuto e voluto evitare che questo evento Pride diventasse una sorta di “ground zero” per il Covid-19 diffondendosi tra la comunità LGBT+ e tutti i partecipanti all’evento.
“Abbiamo dovuto davvero tenere in considerazione la salute e il benessere della nostra comunità”.
Il Pride di San Francisco attira più o meno un milione di persone da tutto il mondo, essendo il più grande evento LGBT+ negli Stati Uniti e uno dei più grandi al mondo, seguito anche dal Pride di Tel Aviv in Israele.
L’evento Pride di San Francisco originariamente prevedeva 2 giorni di celebrazioni – 27 e 28 giugno – dove il tema di quest’anno era “Generazioni di speranza”.
La speranza, appunto, è ciò di cui tutti abbiamo bisogno in questi tempi folli e spaventosi, e anche se gli organizzatori avevano sperato di rinviarlo ad una data nuova e più sicura, il numero di casi e la situazione attuale li hanno costretti a cancellare questo attesissimo evento.
Il direttore esecutivo ad interim del Pride di San Francisco, Fred Lopez, ha detto al Guardian:
“Questa non è stata una decisione alla quale siamo arrivati alla leggera – siamo sinceramente affranti. Ma quello che è venuto fuori è che il benessere della nostra comunità sarà sempre la nostra massima priorità. “