
Benvenuto tra noi! Permettimi di offrirti qualche indicazione su come gira il mondo gay, perché potrebbe sorprenderti. Nel bene e nel male.
Che ti piaccia o no, ti sarai reso conto che fai parte una minoranza. Siamo circondati da eterosessuali che, a differenza tua, non hanno mai dovuto nascondere il loro vero orientamento. Sai anche che sull’omosessualità e sul cosiddetto mondo gay non sempre la gente è bene informata. E forse neanche tu lo sei.
Sei stato indeciso per un po’, magari ti sentivi confuso. Poi hai capito di essere fisicamente ed emotivamente attratto da persone del tuo stesso sesso. E allora sì, non ci sono più dubbi: sei omosessuale. O frocio, se preferisci. E va bene così. Hai capito di essere gay non perché ti arrapano i maschi, ma perché ti innamori dei maschi. Esattamente come accade agli etero. Tu non sei eterosessuale e sappi che al resto del mondo — in linea di massima — non gliene può fregare di meno.
In linea di massima perché sul tuo cammino incontrerai più di qualcuno che, in una certa misura, ti farà pesare di essere gay. Di sicuro non c’è bisogno che te lo spieghi io. Quello su cui mi preme aprirti gli occhi è la realtà che probabilmente incontrerai man mano che ti relazionerai con altri gay, a letto e non.
Magari avrai capito che essere riconoscibile come gay in qualche modo (come lo sono gli etero) favorisce gli incontri con altri non eterosessuali. Quasi sicuramente penserai che, per incontrare altri omosessuali, devi recarti in quei bar, quegli stabilimenti, quelle palestre, quei parcheggi, quelle aree di sosta, spiagge, associazioni, discoteche dove ci sono altri come te.
Quel che è certo è che oggi te ne puoi stare comodamente seduto sul divano e installare app come Grindr sul tuo smartphone. Il mondo gay virtuale e i tanti gay che lo popolano (non tutti i gay sono su Grindr come non tutti gli etero sono su Tinder) sarà letteralmente tra le tue mani e, nelle versioni a pagamento, non ci sono restrizioni.
Non è da escludere che, a furia di chattare, ti imbatterai e finirai a letto con un uomo sposato che si definirà etero, tuttalpiù curioso. Farete sesso completo oppure solo un lavoretto di bocca, e alla fine lui ti saluterà con un convinto “Ma io non sono gay!”. Sappi che si tratta di un non eterosessuale affetto da omofobia interiorizzata, cioè uno che non accetta se stesso e ha una visione pericolosamente distorta della realtà. In questi casi, fuggi. Lascia perdere. Scopaci e basta. Lui si trova in una fase che tu hai già superato (o almeno dovresti averla superata, se sostieni di aver finalmente accettato il tuo orientamento).
Non pensare di cambiarlo o salvarlo (né lui né nessun altro). Non credere neppure che si innamorerà, che lascerà moglie e figli per andare a vivere con te in un casale in campagna, a coltivare begonie e a fare l’amore rotolando su e giù per i prati. Uno così ha solo bisogno di farsi vedere da uno bravo e tu, certe fantasie adolescenziali, faresti meglio a rimuoverle. Fanno parte di quel concetto di amore romantico che ha inguaiato diverse generazioni e che ancora oggi fa prendere diverse sviste un po’ a tutti.
Quanto a eventuali nuovi amici gay, non ti aspettare che ti stendano il tappeto rosso o che siano tutti carini e gentili con te solo perché finalmente ti sei deciso a uscire dall’armadio. “Bella, ne devi mangiare di cereali sotto marca” potrebbe essere un benvenuto nel mondo gay in lingua gay. Sì, perché abbiamo anche un nostro idioma, che ovviamente non appartiene a tutte le persone Lgbt+ indistintamente, ma ai più sì. Usiamo spesso il femminile non per offendere o sminuire, ma per ribadire il fatto che nel femminile ritroviamo il sorriso e mai la vergogna. Questo a tanti gay non è chiaro. Sono quei gay che, pur avendo fatto coming out e credendosi in pace col proprio orientamento, ancora soffrono di omofobia interiorizzata. Sì, sempre lei (di danni ne ha fatti anche e soprattutto agli omosessuali consapevoli della propria omosessualità).
Li riconosci subito. Votano la Meloni o Salvini perché disprezzano la sinistra, sono contrari al matrimonio egualitario, alle adozioni e ai figli alle coppie dello stesso sesso. Sono quelli che “i gay sono malati che pensano solo al sesso” o “il Pride è solo una volgare carnevalata, non mi rappresenta” pur non avendo la più pallida idea di cosa sia veramente un Pride, perché esiste, da quanti anni, cosa chiede e cosa celebra in realtà.
Non ne sanno niente ma sputano merda contro ciò che li riguarda in prima persona. Sono gay che disprezzano altri gay. Perché “se sei effeminato, si vede subito che sei finocchio e io, per colpa tua, faccio solo figuracce.” Hanno dimenticato cosa significa essere discriminati e discriminano. Stai alla larga da questi qui. Saranno pure gay ma sono peggio di omofobi e sessuofobi messi assieme. Vivono con ancora parecchi stereotipi, diversi pregiudizi e tanta vergogna, ma quasi mai sono aperti al confronto e alla crescita. Quindi, guai a te se glielo fai notare!
Non temere. I gay non stanno tutti fuori di testa. Come tra gli etero, qualcuno che si salva c’è sempre. Troverai di sicuro il tuo gruppetto di amici, quelli con cui ti sentirai più a tuo agio e andrai maggiormente d’accordo. Coltiva le amicizie più di qualunque altra cosa. I fidanzati passano, gli amici restano. Ti innamorerai, soffrirai, tornerai single e poi ti innamorerai di nuovo. E ogni volta sarà bellissimo, non preoccuparti. Ma godere di una solida rete di amicizie sarà la cosa di cui avrai più bisogno nella vita.
Non è improbabile che un giorno possa ritrovarti con sconosciuti a fare sesso solo per il gusto di fare esperienza, di giocare, per imparare a disinibirti e scoprire che sensazione si prova. Lo farai con gente che magari non vedrai mai più o che resterà al tuo fianco a lungo, non puoi saperlo. Sappi solo che non c’è niente di male nel fare qualcosa che soddisfa un tuo bisogno, un desiderio, una fantasia o una tua curiosità. Sempre se non fai del male a te stesso o a qualcun altro. Ricorda sempre di tutelarti.
Conosci le persone prima di affezionarti, questo è proprio l’abc. Non sempre noi gay siamo così adorabili e sensibili come ci dipingono (se non te ne sei ancora accorto, te ne accorgerai presto). Cerca di essere lucido, non guardare solo quello che ti fa comodo vedere. Frequenta chi ti piace e ti fa stare bene, ma non dare niente per scontato e considera sempre le variabili.
Bada bene: il quadro che ti ho dipinto potrebbe corrispondere alla tua realtà, ma anche no. In ogni caso, benvenuto sull’altra sponda, la tua, la nostra, dove l’arcobaleno è di casa. Preparati a vivere appieno questa tua rinascita che chiamiamo vita fuori dall’armadio. Cerca di godertela senza giudicare e non rovinartela diventando come chi ti ha fatto soffrire.
Alessandro Cozzolino, life coach