
La comunità LGBT+ sudcoreana è stata oggetto di accuse infondate da parte di giornali e media che colpevolizzano la comunità per la diffusione del coronavirus nel paese.
Come riportato dal Guardian nel loro articolo, quasi 100 nuovi casi di Covid-19 sono stati collegati ai bar e i club a Itaewon, il quartiere gay della città sudcoreana. Ma i giornali e i media ora sono andati troppo lontano: hanno rivelato le informazioni personali di un uomo (gay) in città che è risultato positivo al Coronavirus, mettendo la sua vita in grave pericolo.
La Corea del Sud è un paese in cui parlare di sessualità e sesso rimane un vero tabù e in cui la pornografia è vietata. Alcuni politici hanno cercato di allentare la tensione di questa crescente omofobia, ma non hanno mai fatto pubblicamente riferimento alla comunità LGBT+.
Sabato scorso 9 maggio, il primo ministro della Corea del Sud, Chung Sye-kyun, ha esortato il pubblico ad “astenersi dal criticare una determinata comunità in quanto non aiuterà gli sforzi per contenere la diffusione del coronavirus“.
Mentre il funzionario del Ministero della Salute Yoon Tae-ho ha aggiunto lunedì 11 maggio, che ci sono state “critiche e odio nei confronti di un determinato gruppo in cui si è verificata l’infezione“. E ha anche detto che “La diffusione di informazioni personali di pazienti confermati o la diffusione di voci infondate non solo danneggia gli altri, ma potrebbe essere punita penalmente“. (esatto… potrebbe, ndr.)
Il gruppo Solidarity for LGBT Human Rights of Korea non è restato fermo a guardare, e ha rilasciato una dichiarazione in cui ha pubblicamente denunciato e svergognato i giornali e i media per quello che hanno fatto finora e per le false accuse alla comunità LGBT+ del paese. Il gruppo ha anche aggiunto: “L’atteggiamento dei media, che sono ossessionati dal rivelare l’orientamento sessuale del caso confermato e dalla ricerca di informazioni che non hanno nulla a che fare con la malattia, oltre alla paura per la malattia stessa, alimenta lo stigma e l’odio contro le minoranze che è già prevalente nella società coreana”.
La Corea del Sud è ancora un paese in cui le persone si nascondono dietro un dito e dove la legislazione che protegge le persone LGBT+ è quasi del tutto inesistente.