Indecisi: un giorno sono etero, un giorno sono gay

Chi c’è in mezzo tra gli eterosessuali convinti e gli omosessuali dichiarati? 

No, non mi riferisco ai bisessuali. Non sto parlando di chi si innamora e/o fa sesso tanto con le donne quanto con gli uomini, ne è consapevole, lo riconosce e sta bene così. Qui parlo di quelli che adesso sono gay, adesso non lo sono più: gli indecisi.
Sono quelli che magari non trombano da settimane, forse mesi, e ai quali offri due gin tonic o fai fumare una cannetta e te li ritrovi scatenate come Malgioglio che balla la Carrà con un lip-sync degno della top ten di TikTok.
Una volta evaporato l’effetto dell’alcol e/o sfumato quello della maria o altro — ma soprattutto dopo aver svuotato le ghiandole testicolari — tu resti gay mentre lui torna etero. Come alcuni quindicenni comprensibilmente confusi in merito alla propria identità, questi soggetti più che maggiorenni passano da una sponda all’altra con la stessa frequenza con cui i gatti si leccano i genitali. 
Gli indecisi non sono consapevoli del loro vero orientamento e difficilmente sono in pace con se stessi e con il mondo. C’è chi si rassegna a vivere una vita in segreto, fatta di scappatelle, bugie, profili anonimi sulle chat e — non di rado — più di una SIM telefonica. Nonostante l’evidenza, continuano a negare di essere attratti da culi pelosi e pacchi ingombranti, come facevamo un po’ tutti noi nati nel secolo scorso. Tuttavia, è triste constatare che anche molti dei nati dopo il 2000 hanno non poche difficoltà ad accettarsi, esporsi e vivere alla luce del sole ancora oggi, nel 2020.
Chiunque — come me — abbia vissuto gli anni dell’adolescenza ripetendosi “ma io non sono gay, tuttalpiù sarò bisessuale” sa quanto ci si senta insicuri, instabili e vulnerabili. Eravamo immaturi e intrattabili (qualcuno lo è ancora), perennemente in lotta con i nostri istinti e quello che famiglia, scuola, religione e società pretendevano da noi.
Abbiamo mentito a noi stessi e agli altri, proprio come mentono gli indecisi che forniscono nomi di fantasia o fotografie di terzi. Alla luce di questo quadro, diventa comprensibile come mai, dopo aver passato momenti idilliaci, l’indeciso sparisca per sempre. “Come è possibile — molti gay si domandano — dopo tutto il romanticismo condiviso dietro le dune di una spiaggia o nel cesso di un autogrill, che mi abbia lasciato un numero di telefono falso?”
È bene ricordare che ci sono diversi eterosessuali che occasionalmente hanno comportamenti omosessuali, ma non sono gay. Uno di questi è Rocco Siffredi. Potrà sembrare strano ma ci sarà sempre l’etero che, per un motivo o per un altro, avrà un rapporto – completo o meno – con un altro uomo. E va bene così, non c’è niente di male. Alcuni di loro, più o meno indecisi, possono essere degli ottimi scopamici e tornare sempre utili. L’importante è non farsi film mentali, cercare di cambiarli o – peggio ancora – innamorarsene.
Alessandro Cozzolino, LGBTQ+ coach 

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