Il Punto Seriale – 13 Reasons Why 4

Allora, io capisco tutto: ormai è chiaro che le serie tv vengono sprimacciate come i cuscini sul divano della nonna, in nome del Dio denaro. E ci può stare.

Capisco che ormai a Meredith Grey non sai più che farle fare, quelli de ‘La Casa di Carta’ tra un po’ impareranno a volare pur di farla franca, a Riverdale’ le studentesse si trasformano in impavide giustiziere della notte mentre, da Annalise Keating, si fa più avanti e indietro dal mondo dei morti che un gatto di strada.
Davvero: quando guardi un determinato tipo di serie, è ovvio che metti il cervello in pausa e pensi solo a divertirti.

Però c’è sempre e comunque un minimo di decenza da mantenere. Se da un lato, in ‘Stranger Things’ è tutto plausibile perché, che si tratti di fantascienza, lo vedi dai titoli di testa, ’13 Reasons Why’ ha avuto un’ evoluzione ben diversa: partito come cupo teen drama, tutto sommato plausibile, ora si candida di diritto a entrare nella rosa dei telefilm più comici di tutti i tempi. Involontariamente, chiaro.

Ma facciamo un breve excursus sulle carneficine alla Liberty High School.

Stagione 1. La giovane Hannah Baker si suicida e lascia delle cassette – testamento ai suoi amici. Il sunto è che sono tutti degli stronzi. Il suo amico Clay Jensen è un babbo a cui l’avrebbe data anche sui chiodi, ma lui niente. Il capitano della squadra di football, Bryce Walker, è uno stupratore. Bullismo nella scuola come se piovesse. Tutti sanno, ma nessuno parla.

Bella.

Chiudi.

Stagione 2. Processo a Bryce. Viene fuori che, tutto sommato, non era proprio proprio così stronzo. Genitori ricchi e assenti, un nonno hitleriano, tanta rabbia repressa… Freud, can you hear ussss? Insomma, quasi ti viene da giustificarlo. La fa franca, ma il vaso di Pandora è scoperchiato. Bullismo imperante. L’ultima scena è da brivido.

Dai che l’abbiamo sfangata anche a ‘sto giro.

Stagione 3. Oh, rigá, Bryce è morto! E chi è stato? Boh, lo odiavano tutti. Daje, allora, con altri flashback. Ma sì, alla fine aveva fatto anche del bene, povera stella. Arriva una nuova studentessa a indagare insieme a Clay, si mettono insieme e formano una delle coppie peggio assortite della storia del mondo. A confronto, Maggie Pierce e Jackson Avery sono Romeo & Giulietta. Il cattivo dell’anno è Monty, l’erede di Bryce. Ma lo arrestano e fa una brutta fine in carcere. L’assassino di Bryce è Alex, con Jessica testimone. Tutti uniti a fare gruppo per sviare le indagini. Diamo la colpa a Monty, tanto è morto, mica può replicare! Ma il bulletto omofobo era, in realtà, gay (tadan!) e quella notte si trastullava con tale Winston, meglio conosciuto come il sosia di Michele Bravi, che strilla vendetta. (Il sosia, non Michele Bravi) 

Sì, è vero, l’abbiamo fatta un po’ fuori dal vaso, ma i bonifici sono arrivati lo stesso.

Ed eccoci alla stagione 4. Se Dio vuole, l’ultima.

ATTENZIONE : SPOILER! SEMISERIO, MA PUR SEMPRE SPOILER.

Clay, anche noto come il “Dawson – Mai una gioia” dei giorni nostri, ormai non si limita più a chiacchierare con gli spettri, ma si lancia in viaggi onirici alla Trainspotting, in cui interagisce con mondi paralleli. Sta alle cozze, ce lo siamo giocato. Intanto, Jessica, ormai lanciata alla conquista della Casa Bianca con le sue battaglie, occupa il posto vacante di Ghost Whisperer lasciato da Clay e si fa delle amabili conversazioni con Bryce. Tutto a posto, nessuno si chiede se non sia un filo strano. Il cinesone Zach, è diventato alcolizzato e fattoide. C’è, fa casino e se ne va. Il suo amico Alex cerca di aiutarlo e persino lo bacia, ma senza successo. Ah, ecco, una cosa importante: qui diventano tutti gay. Manco al Pride di Rio de Janeiro ci sarebbe un tale concentrato di omosessualità. In questo mondo assurdo, i figli fanno coming out e i genitori reagiscono tutti con una ola da stadio e banalità del tipo ‘Ti voglio bene, campione!’  Vabbe’…

Justin è sobrio e pulito dopo, udite udite, addirittura 1 mese di rehab. Sembra sotto controllo, ma sua madre muore di overdose e lui ci ricasca. Gli vengono delle brutte macchie ben visibili su tutto il corpo, ma nessuno se ne accorge, nemmeno lui. Tu sei lì, le vedi chiaramente e dici ‘Checcazzo, ma vai a farti visitare, no?’. Niente. Ovviamente, salta fuori che è AIDS, che si era beccato quando si prostituiva per strada. Test HIV: questi sconosciuti. Nemmeno la riesumata Ellis Grey riesce a salvarlo. Unico momento degno di nota: il commiato di Justin da tutti i suoi amici e da suo ‘fratello’ Clay.

Ciao Justin, vola insieme agli altri personaggi seriali che amavo e che, ovviamente, sono morti, come Prue Halliwell , Lexie Grey e Nairobi.

Il sosia di Michele Bravi sarebbe lì per vendicare Monty, ma si innamora di Alex, quindi ciaone al morto. Però Alex gli preferisce il capitano della squadra di football, Charlie. Coming out e ‘Ti voglio bene, campione!’. Allora a indagare ci pensa il dominicano Diego: giocatore di football, macho testosteronico con boccuccia carnosa alla Alba Parietti e sopracciglia spinzettate ad hoc. Si mette con Jessica e crede che sia l’assassina. Non fa una grinza, no? Lei lo sfancula e torna da Justin, fino alla sua morte. Entrambi, poi, ovviamente, si precipiteranno a fare il test HIV. Tutto liscio e lui, dopo che le ha tirato dietro l’intero campionario di madonne e anatemi dell’universo, le butta lì un voulez vous – rendez vous. Tanto quell’altro è morto. Jessica è così entusiasta dell’idea che, piuttosto che uscire di nuovo con lui, socializza con lo spettro di Bryce.

Tony Padilla: gay (ovviamente), bravo a menare le mani. Si presenta a scuola con delle orribili meches bionde da privazione dei diritti civili e nessuno gli dice niente (ma vi pare?!), se non nella puntata finale, in cui la sorellina si precipita appositamente dal Messico per insultarlo. Tony inizia a combattere sul ring in una serie di incontri che lui, dall’alto del suo metro e dieci di altezza, vince a nastro, saccagnando montagne umane a cui arriva all’ombelico. Impossibile, ma proprio a livello geometrico. Pur di liberarsene, gli mollano una borsa di studio per le sue abilità nella lotta. Al ballo di fine anno, si presenta con i capelli verdi. Inspiegabilmente, è ancora vivo.

Tyler! Il poverino a cui chiunque aveva fatto la qualunque. Colui che ne ha prese più di Hilary Swank nei suoi film, quello che stava per fare una carneficina al termine della stagione 2 e noi che gli avremmo pure tenuto la porta aperta. Insomma, l’unico pazzo furioso certificato, autorizzato a prendere tutti a testate è quello che, paradossalmente, se la passa meglio. Portando avanti la sua passione per la fotografia, facendo amicizia con Winston – Michele Bravi e arrivando perfino a uscire con la sorella di Monty, ovvero il ragazzo che gli ha distrutto la vita. Logico, no?

Dimentico qualcosa? Ah, sì! Il gran finale, dove Alex confessa a Winston – Michele Bravi di essere l’assassino di Bryce. Ti aspetti la vendetta, ma si risolve tutto con un abbraccione e un bel 2 di picche. Gay neofita sì, ma quell’altro è pur sempre un giocatore di football, ‘a Miche’…

 

Grande festa per i diplomati, in cui Clay, dopo aver aizzato rivolte, rubato pistole a scuola ed essendo stato certificato bipolare D.O.C., viene scelto dai suoi compagni e a furor di popolo per fare il discorso di saluti e baci. Ovviamente. Per l’occasione vengono riesumati i personaggi delle prime serie. Così, a caso.

Ah, compare anche Hannah! Gentili a richiamarla visto che, in teoria, sarebbe la prima protagonista e voce narrante di tutto quanto.

Fai 5 o 6 finali uno dietro l’altro, così son tutti contenti. Chiudi, vai a nero e controlla se l’iban è corretto.

Che dire? Grazie, ‘Thirteen’ (titolo che, ormai, non ha più nulla a che vedere con le storie che racconta), grazie davvero, perché era dai tempi de  ‘La Casa de Las Flores’ che non ridevo così tanto e di gusto. E badate bene che io sono un gran cretino, che tifa Alicia Sierra a spada tratta e ha pianto per la puntata finale di ‘Modern Family’.

Ma è davvero un peccato che un’idea sfolgorante, come quella che animava la prima serie e la strenua lotta contro il bullismo, siano state totalmente abbandonate, trasformando un prodotto originale in un banale gialletto all’acqua di rose. in cui la comicità involontaria la fa da padrona.

Preparate i fazzoletti perchè piangerete. Dal ridere.

Sciaouz!

Tracio

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