
Nel Pride Month c’è chi fa la differenza per la propria comunità LGBT+.
A differenza dell’Italia dove le rappresentanze LGBT+ non sono state chiamate in causa negli Stati Generali indetti dal Presidente Conte, la Svizzera si muove verso dei reali diritti paritari per tutti. “Sì” al progetto di applicazione dell’iniziativa parlamentare dei Verdi liberali “Matrimonio civile per tutti” e “sì” al ricorso per le coppie lesbiche al seme di un donatore.
Il Consiglio nazionale svizzero, ha approvato – con 132 voti contro 52 e 13 astenuti – il dossier che consentirebbe finalmente una reale uguaglianza per tutti i cittadini svizzeri indipendentemente dal ceto sociale. Se tutto procederà per il verso giusto , e quindi anche il Consiglio degli Stati adotterà il dossier di cui sopra – il che è molto probabile – la Svizzera dovrà indire un referendum per la modifica del Codice Civile.
Ma in Italia che succede invece?
Nella nota fatta girare dal portavoce del GayCenter – Fabrizio Marrazzo – si legge:
“Purtroppo ancora una volta le istanze della comunità LGBT+ (Lesbiche, Gay, Bisex e Trans) sono escluse dalla concertazione con il Governo negli Stati Generali, infatti, il piano Colao affronta una molteplicità di tematiche, comprese quelle sociale, ma neanche una parola sulle persone LGBT+, che come indicato anche dall’ONU sono tra le categorie maggiormente a rischio per la crisi COVID, per le violenze familiari e le discriminazioni sul lavoro. Inoltre, osserviamo che mentre in Italia la principale preoccupazione dei politici è rassicurare i Vescovi sulla legge contro l’omotransfobia, in Svizzera la camera ha approvato con il 70% un’avanzata legge sul matrimonio per le persone dello stesso sesso.”
Svizzera… ci invadi per favore?