
L’atto meccanico di per sé non basta. Si scopa bene con la mente.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, “la sessualità è un aspetto centrale dell’essere umano (…). Si vive e si esprime mediante pensieri, fantasie, desideri, convinzioni, valori, atteggiamenti, comportamenti, pratiche, ruoli e relazioni interpersonali.”
Come scrive lo psicologo e attivista gay spagnolo Gabriel J. Martín, “scopare con la mente significa scopare con il principale organo sessuale. Anche se i genitali si trovano tra le gambe, la sessualità si trova in mezzo alle orecchie.”
In effetti, il nostro cervello è il luogo da cui nasce tutto ciò che ruota intorno al sesso: pensieri, eccitazione, comunicazione, pratica…
Sono i nostri pensieri, le nostre convinzioni che – di base – regolano la qualità del sesso che facciamo. Quando siamo con un’altra persona, occorre capire se entrambi condividiamo gli stessi “codici”. Se abbiamo gusti diversi, se parliamo lingue diverse, va da sé che l’altro finirà nella lista delle “scopate da dimenticare”. Perché il sesso, come dicevamo nel post precedente, è essenzialmente comunicazione.
Due menti e due corpi che comunicano sono il massimo del piacere. L’idioma, il linguaggio che quotidianamente ognuno di noi adopera per comunicare, ci serve per esprimere concetti, dare informazioni, fare domande, trovare accordi. Cosa esprime, invece, la comunicazione sessuale? Lo psicologo iberico non ha dubbi: “La sessualità è uno dei linguaggi umani. Il sesso è il linguaggio delle emozioni.”
Le parole sono importanti. Il vocabolario che usiamo quando facciamo sesso libera quella parte di noi che forse meno conosciamo perché è quella che più ci hanno insegnato a reprimere. In una bella scopata, possiamo dire quello che ci va. Possiamo passare dal classico “amore mio” (anche se l’altro lo abbiamo appena conosciuto) a “succhia, t*oia!” oppure “sfondami” fino ad arrivare a bestemmiare al momento dell’orgasmo (tanto liberatorio!).
Nella comunicazione sessuale non esiste grammatica da rispettare. C’è solo una regola: godere entrambi. Attraverso il piacere condiviso, il corpo e la mente si rigenerano. Soprattutto, imparano a comunicare tra di loro. Ed è bellissimo.
D’ora in avanti, prova a vivere ogni scopata come un atto di connessione e comunicazione con te stesso e con l’altro (o gli altri). Inizia a percepire la tua sessualità come un potenziale da condividere e non solo come del testosterone da espellere o, peggio ancora, qualcosa di cui vergognarti. Se il sesso fatto bene è bello e ti migliora la vita, non è colpa tua. Approfittane.
Alessandro Cozzolino, LGBTQ+ coach